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La ricetta del Pirlo, lo spritz Bresciano

Storia del Pirlo bresciano

Il Pirlo, da non confonderlo con l’omonimo ex calciatore Andrea Pirlo (anch’esso bresciano), è un cocktail alcolico molto simile allo Spritz veneto originario della provincia di Brescia. La sua ricetta è molto semplice ed è a base di vino bianco fermo e Campari.

Se si visita Brescia e si entra in un qualsiasi bar della provincia, il pirlo è sinonimo di aperitivo. Non esiste locale in tutta la zona infatti che non venga servito questo drink tanto da essere considerato quasi uno dei simboli della città stessa.

Secondo alcune storie, l’invenzione del pirlo risalirebbe, anche se con una ricetta primordiale rispetto a quella attuale, al XIX secolo quando lavoratori e contadini non potevano permettersi vini ad alta gradazione alcolica e per questo motivo lo diluivano con bitter, liquori locali o vermuth e veniva chiamato “bianco sporco”. La storia del pirlo quindi è molto antica e con il tempo la ricetta ha subito molte variazioni che l’hanno portata a diventare quella che è oggi.

La prima grande trasformazione è avvenuta dopo la seconda guerra mondiale con la sempre maggior diffusione di alcolici come il Campari e l’Aperol i quali sono diventati molto facili da reperire e, anche grazie ad azioni pubblicitarie, sono entrati a far parte della ricetta ufficiale.

In ogni caso per restare il più fedeli possibili alla ricetta tradizionale del Pirlo, questo deve essere preparato utilizzando Campari (non Aperol) e vino bianco fermo in quanto il prosecco a Brescia non esisteva, inoltre non era prevista l’aggiunta di acqua frizzante. Era invece presente una fetta di limone come aggiunta al bicchiere.

Nei tempi più moderni si tende ad utilizzare nella ricetta ingredienti diversi da quelli sopra citati come l’Aperol e il prosecco ma questo la avvicina molto a quella che è in realtà la preparazione di uno Spritz così come la fetta di limone sostituita sempre più spesso da una fetta di arancia.

Anche il bicchiere nella versione originale era diverso. Veniva infatti utilizzato un bicchiere di vetro basso, spesso e di ridotte dimensioni mentre oggi si utilizzano quelli che vengono chiamati “balloon” o “a tulipano” con la loro forma tipica a palloncino.

Origine del nome

Il nome “pirlo” sembra trovare origine da termini dialettali, e quindi ancora una volta si può dire che la nascita di un drink sia di origine popolare parte integrante della cultura della zona in cui è diffuso e non è frutto di un miscuglio studiato a regola d’arte da qualche barman famoso.

La parola pirlo deriva da “pirlare” che in dialetto bresciano significa letteralmente cadere o ribaltare e in questo caso fa riferimento al movimento circolare che fa il Campari mentre viene versato nel vino bianco presente all’interno del bicchiere andando verso il basso per poi tornare in alto.

Gli ingredienti del Pirlo

Seguendo la ricetta del pirlo più tradizionalista, per la preparazione è necessario avere:

  • 1/3 di vino bianco fermo (con la possibilità di arrivare fino a 2/3)
  • 1/3 ml di Campari
  • 1/3 ml di acqua minerale gassata
  • 1 fetta di limone
  • Ghiaccio

Come per lo spritz, tutti gli ingredienti andranno poi serviti in un bicchiere per il quale solitamente viene utilizzato un calice da vino.

Preparazione

La preparazione di un Pirlo è molto semplice e richiede veramente pochi passaggi:

  • Per prima cosa bisogna prendere un bicchiere a palloncino abbastanza capiente e riempirlo di ghiaccio;
  • Versare poi all’interno 30 ml di vino bianco fermo;
  • Versare il secondo ingrediente alcolico: 30 ml di Campari.
  • Per ultimo versare 30 ml di acqua gassata;
  • Una volta versati tutti gli ingredienti necessari per preparare il Pirlo andiamo a mescolare il tutto con uno stirrer facendo attenzione a non versarne il contenuto;
  • In modo opzionale è possibile abbellire il bicchiere aggiungendo una fetta di limone.

Il Pirlone

Per quelli che hanno voglia di un aperitivo abbondante, il pirlo è possibile richiederlo anche nella sua variante in formato maxi ordinando un Pirlone. Come è intuibile dal nome, il pirlone non è nient’altro che un pirlo con all’interno una dose maggiore dei suoi ingredienti. Questa variante del Pirlo si è diffusa solo negli ultimi anni con la sempre maggior diffusione di aperitivi lunghi e apericene dove, invece di richiedere al barista due pirli, è più conveniente richiede solamente un Pirlone.

Differenze tra Pirlo e Spritz

Anche se i due cocktail possono sembrare uguali, ci sono alcuni dettagli importanti da conoscere per poter distinguere uno dall’altro.

La prima differenza tra Pirlo e Spritz sta nell’area geografica di origine. Tutti e due sono nati nel nord Italia ma lo spritz è nato in Veneto mentre il pirlo è prettamente bresciano.

I due cocktail possono considerarsi uno l’evoluzione dell’altro anche se con il corso del tempo si è persa la vera origine e quale tra i due drink sia nato prima aprendo un vero e proprio dibattito tra Brescia e Veneto che sta continuando ancora oggi.

La seconda differenza tra lo Spritz Veneto e il Pirlo Bresciano sta negli ingredienti. Nella ricetta dello spritz vengono utilizzati prosecco, Aperol e soda, mentre nel Pirlo viene utilizzato il vino bianco fermo, il Campari e l’acqua gassata.

Come fare quindi a distinguere un Pirlo da uno Spritz? Una cosa che si può fare è controllare il colore del drink. Se questo tende al rosso è molto probabile che si tratti di un Pirlo, se tende invece all’arancio si tratta di uno Spritz.

Altra cosa che si può fare per distinguere i due drink è tramite la degustazione. Se il drink è dolciastro si tratta di uno Spritz, mentre se è più amaro è un Pirlo.

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